Ci ha lasciati ieri all'età di 71 anni Sergio Di Stefano, conosciuto soprattutto negli ultimi anni come la splendida voce italiana di Hugh Laurie nel serial "Dr. House - Medical Division" (House, M.D.). Un personaggio sicuramente difficile, ma non per lui.
La carriera di questo grande artista inizia però molto prima, con il diploma all'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" di Roma, e con una solida formazione teatrale che riporterà anche nelle sue intepretazioni come attore doppiatore.
Jeff Bridges, in film di culto come "Il grande Lebowski" (The Big Lebowski) e "Crazy Heart" (per il quale Bridges ha ricevuto il suo primo Oscar), John Malkovich, William Hurt, Christopher Lambert, Klaus Maria Brandauer, sono solo alcuni dei numerosi attori su cui ha posato la sua voce graffiante.
Personalmente, lo ricorderò in modo particolare per il personaggio di Elliot Mess, interpretato da Kevin Costner, nel film di Brian De Palma "Gli intoccabili" (The Untouchables).
Per ricordarlo come si deve ho voluto che fosse qualcuno che l'ha conosciuto, che ha condiviso con lui momenti di lavoro e che soprattutto gli ha voluto bene. Uno di questi è Gianni G. Galassi (direttore di doppiaggio e dialoghista), che lo ha diretto all'inizio di quest'anno nell'edizione italiana del film "Crazy Heart", e che lo ricorda così:
"Sergio era e resterà uno degli amici che ho conosciuto da grande. Malgrado ci frequentassimo da una ventina d’anni abbiamo lavorato insieme solo due volte, entrambe negli ultimi sei mesi. E ci siamo divertiti molto a farlo. Rare sono state per me anche le occasioni di apprezzarne il talento sulla scena, ma sufficienti per farmi sentire fiero della sua amicizia. Se dovessi scegliere una sola parola per parlare di lui, sarebbe LEGGEREZZA. Aveva (e ormai non potrà più perderla) la giocosità lieve e garbata di quei giovanotti di sani principi che, all’occorrenza, sanno concedersi una salutare dose di peccaminosità. Ed era di una bellezza apollinea, cosa che non mancavo mai di riconoscergli quando lo incontravo: ma che bell’uomo! Malgrado il trascorrere degli anni la vecchiaia sembrava un concetto lontano mille miglia dalla sua visione del mondo e dal suo sgargiante guardaroba. Un ragazzo, insomma. E se è doloroso ma accettabile che muoia un vecchio, quando muore un ragazzo ci sono solo il dolore e lo sconcerto."
Gianni Galassi
Si ringrazia il sig. Gianni G. Galassi per la Sua disponibilità, in questo momento di grande commozione.
Fabio S.
Fonti della notizia: AntonioGenna.net Blog - Inside the dubbing (a cura del dott. Marco Bonardelli)
Nessun commento:
Posta un commento